mercoledì 24 novembre 2010

costretti a fare economia di emozioni

Voglio Tempo.

Ne ho una sete pazzesca.


Tempo in più.


Per amare, per sognare, per ricaricare le batterie. Tempo per scrivere, per lavorare, per emozionarsi. Tempo per me stesso, insomma. Per dormire, per giocare, per correre a perdifiato. Tempo per fermarsi, per guardare, per avere il piacere di ascoltare. Ore, minuti, secondi. Ne voglio il più possibile. Perché il Tempo non basta mai. È sempre pressante, non ti da mai tregua. Sfila via che non te ne accorgi mai. E io ne vorrei di più. Sempre di più. Vorrei una giornata di 36 ore, solo per me. Lo so, sarei comunque e sempre di corsa, mi ridurrei comunque e sempre all’ultimo momento. Ma, Dio, quante cose in più che potrei fare…


Il guaio, però, è che il Signor Tempo è avaro e non ti regala un secondo di più nemmeno per tutto l’oro di questo mondo. Così, ci si ritrova costretti a fare economia di emozioni, di sensazioni, di piaceri che, purtroppo, vengono sempre e solo dopo i doveri.


Allora cerco di sfruttare ogni minuto, ogni istante per fare quello che voglio, per emozionare il mio cuore, per potermi sentire vivo ad ogni mio singolo respiro.
Non è un’impresa facile, lo so. La stanchezza è sempre in agguato e ti assale sempre alle spalle.


Ma l’importante è provarci…