Mi sono sempre servita della corrispondenza con una cara amica per annotare frasi, pensieri, riflessioni.
Abbiamo trascritto quaderni e fiumi di parole.
Ora proseguirò.
Dunque ci sei? Dritto dall’attimo ancora socchiuso? La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta come mi batte forte il tuo cuore.
Ogni caso,
Wislawa Szymborska
lunedì 27 febbraio 2012
Bevo a una casa distrutta, alla mia vita sciagurata, a solitudini vissute in due e bevo anche a te: all'inganno di labbra che tradirono, al morto gelo dei tuoi occhi,
ad un mondo crudele e rozzo, ad un Dio che non ci ha salvato.
"Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile."
E ti fermasti alla finestra. Era ancora lì. Ti chiedesti come sopportasse ancora quel peso, umiliato in questa posa. Eppure la mattina dopo risollevò il capo. La neve si era sciolta.